Chi decide di vendere casa, deve affrontare alcune spese; alcune sono obbligatorie, mentre molte altre sono facoltative. Vediamo quali sono le spese e le tasse da pagare, in base ai diversi casi.
Probabilmente, se hai avuto o hai intenzione di vendere casa ti sarai chiesto quali tasse, eventualmente, devi pagare.
Ebbene, devi sapere che, solitamente, il proprietario di un immobile intenzionato a vendere il bene non deve versare imposte sulla cessione. Ovviamente, ci sono, come sempre, le eccezioni. Quando il venditore è soggetto al pagamento delle imposte, queste variano in base a se si tratta di prima o di seconda casa e anche al tempo trascorso dal suo acquisto.
Bisogna anche considerare i casi in cui il venditore sia un’impresa, oppure possiamo pensare ad un immobile ricevuto in donazione o in eredità.
Anticipiamo solo che un immobile non si vende a costo zero, ma c’è sempre qualche spesa da affrontare. Pensiamo, infatti, a quando la vendita della casa sia stata veicolata da una Agenzia immobiliare. In questo caso, si dovrà corrispondere la provvigione precedentemente concordata.
Non perdiamoci, però, in troppe anticipazioni e andiamo ad elencare quali sono tutte le spese da affrontare quando si vende un immobile, analizzando tutti i casi.
Quanto costa vendere casa?
Chi ha intenzione di vendere un immobile non deve pensare che la vendita sia a costo zero.
Ci sono alcune spese obbligatorie da affrontare, ma molte altre, però, sono facoltative. Iniziamo parlando di queste ultime. Ѐ vero che si tratta di spese facoltative, tuttavia, sono molto utili e servono per aumentare il successo di vendita dell’immobile.
Quali sono? Per esempio, tra i costi facoltativi ci sono gli estetici. Servono per migliorare l’aspetto dell’immobile e, di conseguenza, aumentarne il valore di mercato. Vi sono, poi, le spese di comunicazione e pubblicità, come fotografie e volantini.
Oltre a questa particolare tipologia di spese, tra i costi preliminari troviamo anche quelli legati alla relazione tecnica di compravendita, ovvero l’accertamento della conformità urbanistica, la regolarità catastale o anche l’agibilità dell’immobile.
Prima di acquistare casa, infatti, ci sono alcuni aspetti che è necessario verificare, per non avere nessun eventuale problema futuro. Tra le spese preliminari, infine, ci sono tutte quelle che hanno reso l’immobile adatto alla vendita. In queste spese, rientra, per esempio, il costo dell’attestato di prestazione energetica.
Se ci si affida ad un’agenzia immobiliare, non dobbiamo dimenticare che bisogna corrispondere la provvigione concordata. Si tratta di una spesa molto variabile in base al mercato e al prezzo della casa. La percentuale, solitamente, si fissa in base al prezzo finale di vendita del bene.
Chi deve pagare il notaio? La spesa del notaio non è a carico del venditore, bensì dell’acquirente. Quali sono le spese notarili? Dobbiamo fare la differenza tra venditore privato e impresa.
Nel caso di un venditore privato, bisogna sostenere il pagamento dell’imposta catastale e ipotecaria, mentre l’imposta di registro è in misura proporzionale del 9% del valore catastale della casa, con un valore minimo di 1000 euro. Nel caso in cui il venditore sia un’impresa, allora la cessione è soggetta ad Iva. L’importa da pagare è in misura di 200 euro per le imposte catastali, ipotecarie e di registro.
Ricordiamo che le parti, compratore e venditore, possono inserire una clausola nel contratto per la divisione equa delle spese tra di loro.
Quali tasse si devono pagare sulla vendita della casa?
Passiamo, più nello specifico, a parlare di tasse. Chi vende un immobile deve pagare le tasse? Se la casa viene venduta dopo cinque anni dall’acquisto, allora il proprietario dell’immobile non ha l’obbligo di pagare l’Irpef sulla plusvalenza o sulle altre imposte. Al contrario, è necessario pagare l’Irpef, che varia in base al reddito.
Vediamo, più nel dettaglio, quando il venditore è esonerato dal pagamento delle tasse:
-
Quando l’immobile è stato acquistato da più di cinque anni;
-
Quando l’immobile in vendita è la prima casa;
-
Quando la casa è stata acquistata per successione ereditaria;
-
Quando l’immobile è stato ottenuto tramite donazione e sono trascorsi più di cinque anni.
Chi vende una casa ricevuta in eredità quali tasse deve pagare? Innanzitutto, bisogna pagare le imposte sull’eredità e, prima di presentare la dichiarazione di successione, si deve versare l’imposta catastale pari all’1% del valore dell’immobile e l’imposta ipotecaria pari al 2% con un importo fisso di 200 euro.
Ma anche in caso di immobile ricevuto in donazione, si devono sostenere le stesse spese.
Sulla prima casa, abbiamo già parlato poc’anzi. Spostiamoci, infine, ai casi in cui si vende la seconda casa. Si possono verificare due situazioni.
La prima è quando l’abitazione è stata acquistata da oltre cinque anni. In questo caso, non è necessario corrispondere il pagamento della plusvalenza. Invece, quando l’immobile è stato comprato da meno di cinque anni, la plusvalenza è soggetta a tassazione.
L’obbligo di pagare le imposte sulla vendita della casa è individuato in base a diversi criteri, così come abbiamo spiegato: dalla modalità di acquisto dell’immobile fino al tempo trascorso dall’acquisto.